Il suo ‘Atti osceni in luogo privato’ è uno dei libri che in questa stagione più piacciono ai lettori italiani, che lo hanno fatto arrivare ai vertici delle classifiche, senza che ci fosse bisogno di grandi campagne promozionali. Merito di una scrittura inquieta, densa, da romanzo di formazione che fa di Marco Missiroli, riminese, una delle voci più creative del panorama letterario italiano.

Marco Missiroli- Foto di @francescaprs rilasciata in Creative Commons

Marco MissiroliFoto di @francescaprs rilasciata in Creative Commons

Una vita le cui radici fortemente riminesi sono entrate prepotentemente nelle pagine del suo nuovo romanzo, che racconta proprio della crescita di un giovane romagnolo tra la scoperta del sesso e la necessitò della conoscenza, la lettura come via per apprendere come stare sulla terra.

C’è molto della mia Rimini in ‘Atti osceni in luogo privato’, dice Missiroli, E c’è anche la sua Rimini. ‘Si, c’è una Rimini della tradizione, ad esempio quella dei cappelletti che la madre bolognese del ragazzo impara a cucinare da una parente romagnola, ma c’è anche una Rimini fatta di timidezze, di interiorità, così lontana dall’immagine che abbiamo della Riviera come luogo dove anche la sessualità è una scoperta molto precoce. Ma se, come avviene al protagonista del libro, non succede, allora ci accorgiamo che anche Rimini può essere un luogo dove l’adolescenza sembra uno stadio della propria vita non particolarmente esuberante. E anche in questo c’è un rapporto tra il bambino del romanzo e il bambino che sono stato’

Non un romanzo autobiografico, ma un libro nel quale l’autore, se pure molto giovane, già riesce a mettere insieme una precisa descrizione di quello che la vita riserva e di come nella letteratura, quella classica, si trovano gli strumenti per leggere la realtà. ‘E un libro, dice, scritto basandosi sui ricordi, facendo un esercizio rigoroso di memoria, ripensando a quell’universo inesplorato, affascinante e per molti versi incomprensibile (ma irresistibile) che è la sessualità per un dodicenne.

Un dodicenne che lo scrittore segue sino ai suoi 40 anni, in un viaggio sentimentale che ha sempre in Rimini il suo riferimento.

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